NutriLetter#8 – Tutto sullo yogurt e differenza tra stipsi epatica e intestinale
Bentrovati cari lettori,
vi segnalo che ho caricato in questa Sezione NutriLetter un elenco dal nome “Consigli per la spesa” nel quale ho inserito i miei punti di riferimento per l’acquisto di prodotti di qualità a Milano e online.
Aggiornerò costantemente i contenuti sia per quanto riguarda i prodotti sia per eventuali codici sconto man mano che riesco a farli attivare. Buona spesa a tutti!
Tip#1
Il primo tip di oggi riguarda un alimento di uso molto comune: lo yogurt.
Si tratta di uno dei prodotti più sani nella giungla della grande distribuzione. Naturalmente lo si può fare in casa, ma oggi mi soffermerò su quelli confezionati.
Come nel caso del cioccolato fondente, c’è yogurt e yogurt.
La prima distinzione va fatta tra yogurt bianchi e non, e i secondi comprendono quelli alla frutta, agli aromi e con l’aggiunta di cereali, cioccolato, & Co..
L’unico yogurt che dobbiamo contemplare è quello bianco naturale, possibilmente intero o greco. Sì, avete letto bene: intero e non magro, perché si tratta di un prodotto più genuino, che conserva tutti i nutrienti e il cui contenuto di grassi (naturali e dunque sani) lo rende un alimento bilanciato.
Di contro gli yogurt magri sono più ricchi di zuccheri, in quantità crescente dal bianco dolce ai diversi gusti vaniglia, caffè, albicocca, fragola, etc..
Questo è dovuto al fatto che per recuperare la cremosità persa con l’eliminazione dei grassi di partenza occorre aggiungere più zucchero (oltre a eventuali addensanti). Ricordate inoltre che la frutta destinata alla produzione di yogurt è quella di scarto e i vari aromi aggiunti sono tutti artificiali.
Dunque semaforo verde solo per lo yogurt bianco senza zuccheri aggiunti, da poter arricchire a vostro piacimento. Sbizzarritevi con scaglie di cocco, semi di zucca o girasole, cioccolato extra-fondente grattugiato, frutta secca in guscio anche sotto forma di crema spalmabile, frutta fresca o un po’ di miele crudo o di composta.
Il mio preferito in questo periodo? Il Siggi’s bianco con un cucchiaino di semi di chia, uno di crema di nocciole e una decina di mirtilli.
Vi piace alternare lo yogurt bianco “normale” con quello greco? Ancora meglio. Entrambi derivano da un processo di fermentazione del latte in presenza di specifici ceppi batterici (Streptococcus thermophilus e Lactobacillus bulgaricus, con azione probiotica sul nostro intestino) da cui si ottiene un prodotto leggermente acido che viene poi filtrato per aumentarne la densità. Mentre lo yogurt classico viene filtrato due volte, quello greco subisce tre filtrazioni per rimuovere una quantità maggiore di siero, con il risultato che il prodotto ottenuto è più denso e cremoso.
È proprio questo terzo passaggio che cambia i valori nutrizionali dello yogurt greco: esso contiene meno zuccheri, lattosio e sodio rispetto allo yogurt tradizionale. Poiché la tripla filtrazione elimina più liquido, inoltre, il prodotto finale è più concentrato e contiene il doppio di proteine rispetto allo yogurt normale. È per questo che lo yogurt greco garantisce un senso di sazietà più duraturo. Ancora, il minor contenuto di lattosio lo rende un’ottima opzione per chi è intollerante e ha difficoltà a digerire perfino lo yogurt comune.
La differenza calorica è minima e non dovete farvi ingannare dalla maggiore percentuale di grassi. È vero che lo yogurt greco ne contiene di più (anche se ci sono le versioni al 2% e allo 0%) ma si tratta di grassi innocui e ormai avete imparato qual è il vero nemico in agguato.
Se tra di voi c’è chi non digerisce alcun tipo di yogurt, il motivo è da ricercare nella possibile presenza di disbiosi intestinale. Eliminatelo per un po’ di tempo, fate un ciclo di almeno un mese con un buon integratore di probiotici e poi riprovate mangiandone dapprima piccole quantità per poi aumentare gradualmente fino a una porzione normale.
Esistono infine prodotti alternativi come quello di cocco o di soia, e ve ne parlerò in seguito.
Tip#2
Ho ricevuto diverse richieste sull’argomento stipsi, ma prima di darvi altri consigli pratici penso sia giusto chiarire l’importante differenza tra stipsi di origine epatica e stipsi di origine intestinale. Si tratta infatti di due distinti meccanismi che in quanto tali devono essere trattati in modo diverso.
La stipsi epatica è quella causata da un rallentamento nella funzionalità del fegato e/o delle vie biliari. Le cause possono essere numerose (steatosi, assunzione di farmaci, alimentazione sregolata, pregresse epatiti, integrazione prolungata di ferro, fase ovulatoria del ciclo mestruale, etc.) ma in tutti i casi è fondamentale agire alla radice, puntando sulla disintossicazione epatica mediante l’alimentazione e l’uso di appositi integratori fitoterapici – per i quali vi raccomando di non ricorrere al fai da te.
Non esiste ahimè un rimedio universale, occorre analizzare caso per caso e personalizzare la terapia. In questa sede vi basti sapere che moltissimi casi di stipsi dipendono dal fegato e possono essere risolti mediante il ripristino della sua funzionalità. Un esempio pratico: se siete abituati a bere latte sospendetene il consumo per due settimane. Se la vostra stipsi migliora avrete la conferma che a causarla era un rallentato funzionamento della colecisti dovuto al latte vaccino.
La stipsi intestinale dipende invece sia dalla morfologia dell’intestino (lunghezza, posizione delle anse e del pavimento pelvico, presenza di polipi e diverticoli) sia da comportamenti alimentari sbagliati. Questi ultimi comprendono carente assunzione di liquidi, insufficiente o eccessivo consumo di fibre (sì, assumere troppe fibre paradossalmente peggiora la stipsi), smisurato o cronico consumo di carboidrati raffinati o proteine animali in assenza di fibra.
A prescindere dalle cause la stipsi intestinale si può riconoscere per la co-presenza di meteorismo e tensione addominale, sintomi molto diffusi ma che – non dimentichiamolo – sono spesso esacerbati dallo stress.
Così come la stipsi ha una duplice origine, sappiate che la diarrea – o anche solo l’accelerato transito – può esser dovuta sia a disturbi funzionali come l’IBS (sindrome dell’intestino irritabile) sia a disturbi di origine pancreatica, oltre naturalmente alle varie enteriti virali.
Questi erano i tips di oggi, la prossima volta vi parlerò di uno dei miei alimenti preferiti (sono certa che in molti sapete già di cosa si tratta) e del fatidico rapporto con la bilancia.
Condivido infine la mia seconda intervista con Self Coherence fatta pochi giorni fa, durante la quale abbiamo approfondito le differenze tra uomo e donna nell’applicazione del Digiuno Intermittente e dato tanti consigli pratici.
Vi aspetto giovedì al Webinar Alimentare la Consapevolezza, che rimarrà disponibile anche in seguito come videocorso.
In health,
Wanda