Durante tutta la gravidanza – compatibilmente con i fastidi avuti in alcuni periodi – ho sempre fatto sport (riducendo l’intensità della corsa e i carichi degli allenamenti funzionali e aumentando in parallelo yoga e stretching), ho coltivato journaling, lettura e altri hobby che avevo dimenticato da decenni – come colorare un album di mandala – e ho lavorato finché la mente mi è venuta dietro e i mal di testa non mi hanno costretta a un po’ di riposo forzato.
Dopo la nascita di Carlo e grazie all’insostituibile supporto di Nico riesco ancora a fare ogni giorno qualcosa per me, che si tratti di una doccia con calma, di una telefonata a un’amica o di andare a correre a Parco Nord (l’allenamento in palestra io e Nico lo facciamo a turno quando Carlo dorme, ossia alle 5.30-6 a.m.).
Quando ho ripreso a correre è stato stranissimo ri-provare la sensazione di “velocità” e sentire al tempo stesso la mancanza del pancione!
Ogni volta che vado al parco il mio pensiero rivolto a Carlo fa a cazzotti con il mix di euforia e leggerezza che solo la corsa mi sa dare, ma esco serena perché so che tornerò ancora più felice e carica per affrontare la giornata con mio figlio e riempirlo di coccole.
Non ho inoltre mai smesso di cucinare e raramente mi sono sentita sopraffatta.
Non fraintendetemi, ci sono giornate in cui non riesco a finire mezza delle 934.000 cose iniziate e in cui faccio molta fatica per la stanchezza, il debito di sonno o la continua richiesta di attenzioni da parte di Carlo, ma si tratta di momenti passeggeri e riesco sempre a superarli con il sorriso.
Ho inoltre meno tempo per leggere e la sera spesso crollo alla terza pagina, ma compenso con audiolibri e podcast che ascolto quando posso.
Nell’ultimo periodo è cresciuto il bisogno di ritagliarmi uno spazio per la scrittura, che ahimé richiede silenzio e concentrazione più di altre attività. |